Secondo l’OMS, la depressione è la malattia psicologica più diffusa al mondo e si calcola che entro il 2030 sarà una delle principali cause di assenza dal lavoro. Va presa seriamente in ogni caso, compreso quello della depressione post-Erasmus.
Nel settore del turismo formativo se ne parla spesso e moltissimi studenti e docenti, una sostanziale maggioranza, a dire il vero, sono accomunati da sintomi più o meno uguali in tutti i casi che ora vedremo nel dettaglio.
Teniamo molto alla salute fisica e mentale di chi partecipa ai progetti Erasmus Plus organizzati da noi e se possiamo fare qualcosa per aumentare il valore complessivo dell’esperienza, lo facciamo volentieri.
Per questo motivo, proviamo a sviscerare l’argomento in pochi paragrafi, senza alcuna pretesa di avere le competenze mediche richieste e dare qualche consiglio a chi sta sperimentando questa condizione o a chi la sperimenterà (speriamo di no!) in futuro.
Quali sono i sintomi?
Tutto inizia a pochi giorni dalla fine, quando ormai i vestiti spariscono dall’armadio della stanza in affitto per tornare a riempire la valigia. È il momento in cui si realizza che tutto ciò che si è costruito nei mesi precedenti, amicizie, abitudini, esperienze, sta per sparire e si sta per tornare a una normalità che ormai tanto normale non sembra più.
In questi mesi è cambiata la tua concezione dello spazio e delle distanze e probabilmente adesso vedi la diversità in modo differente. Hai iniziato quest’esperienza con più di qualche timore, magari era la tua prima volta lontano da casa, ma poi hai incontrato tante persone speciali che erano nella tua stessa condizione e avete fatto gruppo.
Al rientro sentirai una prepotente malinconia, non avrai voglia di uscire e fare le cose che facevi prima ogni giorno. Figurarsi farlo con lo stesso spirito con cui lo facevi in Spagna, Regno Unito, Francia o uno dei tanti bellissimi luoghi che ormai porti nel cuore.
Altri sintomi includono chiusura verso le vecchie amicizie, difficoltà nel comunicare efficacemente con la propria famiglia e stati d’ansia.
La depressione post-Erasmus esiste davvero?
Sono davvero sintomi di una patologia, quelli che abbiamo appena descritto?
Esiste davvero una diagnosi di depressione post-Erasmus?
Clinicamente parlando, questa malattia non esiste, né si trovano ricerche che avvalorino l’ipotesi che si tratti di un tipo molto particolare di disturbo depressivo.
Eppure, tutti quello che l’hanno provato lo giurano, le sensazioni negative descritte poc’anzi sono reali.
Il fatto è che si tratta di una generica malinconia o sensazione di tristezza e sconforto dovuta al cambiamento e che sono davvero pochi i casi in cui questa sfocia in un disturbo depressivo maggiore e in quel caso la cosa migliore da fare è chiedere aiuto e cercare un terapeuta.
Finché le cose non stanno così, invece, puoi provare a seguire qualcuno di questi consigli.
Come stare meglio
Ognuno si aiuta a stare meglio in modi diversi, ma secondo la nostra esperienza e quella degli studenti e dei docenti che abbiamo avuto il piacere di seguire in Europa, ci sono alcune cose che funzionano più o meno per tutti.
- Ricontatta le tue nuove amicizie: internet è meraviglioso proprio perché ti permette di restare in contatto coi tuoi cari a qualsiasi distanza. Ricorda che così come all’inizio ti sei trovato bene con loro perché anche loro erano nella tua stessa situazione, anche adesso che magari molti di voi sono ritornati nel proprio Paese, condividete le stesse emozioni. Parlarne e confrontarsi fa più che bene;
- Aiuta studenti stranieri nella tua città: ricordi cosa hai provato quando hai iniziato il tuo Erasmus? Immagina i tanti studenti, magari nella tua università, che provano esattamente la stessa cosa! Tu che hai già vissuto l’esperienza e conosci bene la città puoi offrire aiuto, compagnia e consigli, instaurando anche nuove amicizie;
- Non considerare l’Erasmus come un feticcio: guardare e riguardare foto e video, rileggere gli appunti scritti in un’altra lingua o indossare quella maglia che hai comprato in un’altra città in un altro Paese non è detto che ti faccia star meglio. O magari lo fa davvero. Questo puoi saperlo soltanto tu. L’importante è che non consideri l’Erasmus come l’unico periodo felice della tua vita, perché ce ne sono stati altri e altri ancora ne verranno, quindi prendi i ricordi per ciò che sono: semplici ricordi;
- Programma un altro viaggio: da studenti Erasmus a cittadini del mondo il passo è breve. Come dicevamo prima, la tua dimensione è cambiata, adesso sai che là fuori c’è un mondo tutto da scoprire. E allora scoprilo. Il solo programmare il prossimo viaggio e contare i giorni che mancano sul calendario ti farà già sentire meglio. Stavolta, magari, scegli una destinazione diversa. La nostalgia è bella, ma insidiosa!
Hai mai avuto esperienze di depressione post-Erasmus? Come le hai superate? Raccontalo nei commenti.