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Criticità della didattica a distanza: riuscirà mai a sostituire la didattica in presenza?

Criticità della didattica a distanza: riuscirà mai a sostituire la didattica in presenza?


Da quando è scoppiata l’emergenza Covid-19, ed è stata sospesa la didattica in presenza, le scuole, in tutta Italia, si sono attrezzate per avviare le attività di didattica a distanza (DaD).

Si tratta di una modalità alla quale nessuno era abituato, da alcuni anche osteggiata. Una forma di insegnamento che offre diversi spunti sui quali riflettere, ma che presenta anche molte problematiche.

Purtroppo bisogna ammetterlo: la DaD, ad oggi, presenta grossi limiti.

Pur superando le limitazioni spaziali e temporali, la DaD presenta il problema della continuità.

Sappiamo che la didattica telematica arricchisce le risorse a disposizione dell’insegnante, ma, a nostro avviso, non è ancora pronta a sostituire del tutto la didattica in presenza, perché l’interazione fisica è una componente fondamentale per ottenere un apprendimento efficace.

Apprendimento in autonomia

Con la DaD il processo di apprendimento è diventato isolato, e ogni studente lo deve portare avanti a casa senza il confronto all’interno di un contesto fondamentale come quello della classe.  

Questo isolamento ha creato difficoltà di varia natura agli studenti.
Il problema  si è riversato sui docenti, chiamati, più di tutti, a comprendere le difficoltà dei propri alunni e a porvi rimedio, costretti a superare il gap formativo dovuto alla distanza.

Ma quali sono le maggiori criticità della DaD?

I problemi di natura informatica sono i primi della lista. Infatti il nostro Paese non ha lo stesso livello di digitalizzazione in tutte le regioni, o in zone specifiche. Ergo, non ovunque si può fruire degli stessi strumenti.

I problemi organizzativi sono quelli che colpiscono il maggior numero delle famiglie italiane. Ad esempio le famiglie che hanno più figli devono collegarsi contemporaneamente a più piattaforme, su device diversi.
E tra: l’accavallamento delle lezioni e lo smart-working dei genitori che lavorano da casa, spesso non si hanno Pc o tablet a sufficienza.

Inoltre, a causa della pandemia, in molti non stanno lavorando, e tutto il peso economico ricade ancora più fortemente sulle famiglie. Infatti viene da chiederci: chi paga  l’accesso alla navigazione a internet?

Considerato che, a casa, docenti e alunni si trovano a dover stampare diverso materiale, perché questi non dovrebbero essere forniti di tutto il materiale per studiare correttamente?  Bisognerebbe  fornire i mezzi necessari a tutti per fare sì che la spesa non gravi sulle tasche degli stessi.

Non dobbiamo dimenticare un aspetto importantissimo: la privacy. 

Con la DaD, durante le lezioni on-line, spesso alcuni genitori “spiano” il lavoro dei docenti. Pertanto i genitori si frappongono tra gli insegnanti e gli studenti intromettendosi nel loro rapporto, creando situazioni di invadenza che la scuola non dovrebbe mai permettere.

Inoltre c’è chi utilizza inopportunamente i mezzi tecnologici per disturbare la lezione: può capitare che alcuni studenti si intromettano  attraverso l’invio del codice, attuando forme di cyberbullismo nei riguardi del docente che sta effettuando la videolezione. Controllo che non viene regolato da nessuno.

Molteplici sono le implicazioni psicologiche e sociali. Con questo tipo di didattica conservare il senso di appartenenza, la partecipazione, l’empatia, il coinvolgimento, l’amicizia, le interazioni che caratterizzano la vita scolastica risulta molto difficile, tanto per gli alunni, quanto per i docenti stessi.

Diventa difficile poter insegnare materie pratiche e materie laboratoriali. Ad esempio gli insegnanti di musica si sono trovati a dover effettuare videolezioni, e non hanno potuto aiutare i propri alunni all’approccio pratico dei vari strumenti. Insomma, in alcuni casi le video-lezioni non riescono proprio a sopperire la lezione classica.

Inoltre tra le categorie più colpite ci sono gli alunni disabili e le loro famiglie, che risentono, più di chiunque altro, di questo isolamento forzato. Difatti tali soggetti soffrono maggiormente dell’assenza forzata dall’ambiente scolastico, che comporta una interruzione  di rapporti interpersonali indispensabili per accrescere la stessa volontà di vivere.

Ma nonostante le innegabili difficoltà presentate la DaD ci ha insegnato che, oggi, gli strumenti digitali sono fondamentali all’interno del processo di apprendimento.

Abbiamo appurato che, nonostante le mille difficoltà e grazie all’impegno messo in atto dai docenti, l’apprendimento non si fermerà mai, nemmeno innanzi ad una emergenza sanitaria di questo calibro.

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